Uno scroscio provvidenziale

da | Set 5, 2017 | Quello che le donne raccontano

 

Non pioveva da settimane ma quel mattino dense nuvole foriere di pioggia presagivano un bell’acquazzone, decisi così di premunirmi dell’ombrello prima di uscire per le solite compere. Non mi sbagliavo, di lì a poco grosse gocce di pioggia iniziarono a cadere violente ed ebbi giusto il tempo di aprire l’ombrello. Contenta per l’azzeccata previsione meteo proseguii per la mia strada che iniziava a farsi sempre più bagnata al punto di creare alcune pozzanghere che tendevano a farsi sempre più grandi e motivo di slalom. Purtroppo anche lungo i bordi dei marciapiedi l’acqua tendeva a raccogliersi formando laghetti che consigliavano la massima prudenza: starci alla larga! Ma non sempre la risposta fisica è veloce quanto quella mentale e così fui investita da una cascata d’acqua causata da un automobilista, spero distratto, che mi innaffiò completamente da capo a piedi. Se ne accorse il fellone ed ebbe modo di accorgersi anche del fiume, tanto per restare in tema, degli improperi che gli mandai. Si fermò. Per un attimo temetti che volesse aggredirmi per tutte le parolacce che gli avevo detto, ma poi pensai che l’offesa ero io e mi preparai alla lotta. Non ce ne fu bisogno, per fortuna. Incurante della pioggia incessante scese dall’auto, veramente un bel tipo direi, e si diresse verso di me prodigandosi in un mare di scuse. A quel punto, presa alla sprovvista, nonostante grondassi come un pulcino bagnato lo accolsi sotto il mio ombrello e accettai le sue scuse che non si limitarono ad essere solo verbali poiché insistette perché accettassi almeno le spese della tintoria. Io non volli, ma insistette tanto che scherzosamente gli dissi:” Altro che la tintoria, qui è tutto da buttare, comprese le scarpe!” Non mi prese in parola? Roba da non credere, si offrì di ricomprami tutto, diedi una rapida occhiata alla sua auto e subito realizzai che per lui non sarebbe stato un problema risarcirmi come si deve dato che possedeva una potente Maserati quattro porte. Subito però mi chiesi se fosse davvero sua o se fosse semplicemente solo qualcuno che per una pura coincidenza in quel momento la stesse guidando. Chiederglielo mi parve indelicato così tentai di aggirare l’ostacolo esordendo:

Accetto però non voglio che sia lei a risarcirmi, avrà pure un’assicurazione in grado di provvedere
Certo che ce l’ho, ma i danni fino a 5.000 euro sono a mio carico e sinceramente, sebbene i suoi abiti siano molto belli, non credo superino tale cifra
In effetti è così
Bene, allora, se permette l’accompagno dove vuole in modo che possa asciugarsi e cambiarsi
Guardi, abito qui vicino, accetto volentieri uno strappo fino a casa
Fu così che mi accompagnò a casa e mi lasciò il suo biglietto da visita facendomi promettere che l’avrei chiamato per permettergli di tener fede alla sua promessa. Lasciai passare qualche giorno prima di chiamarlo, non volevo farmi vedere troppo impaziente e quando lo feci mi portò in un atelier dove potei rifarmi l’abbigliamento di quel giorno, meglio di prima. Il proprietario della Maserati era proprio lui!

Mnemosine di Max Bonfanti ©Riproduzione riservata