Quasi come una lettura adolescenziale, come un classico in stile manzoniano, ho divorato questo libro che ha visto la prima edizione 30 anni fa, nel 2023 ne ha visto una seconda.
Con una scrittura chiara ed essenziale, corposa nei concetti e nelle esemplificazioni più vere e autentiche, questo libro può essere descritto come un inno alla scoperta di sé e della consapevolezza della propria esistenza, di come è importante conoscersi.
Ad un certo punto l’autrice triestina Susanna Tamaro riporta un motto greco filosofico socratico:”Gnothi seauton”, che significa: “conosci te stesso”… Ora, per una psicoterapeuta come me che usa la psicoanalisi da più di vent’anni, cosa c’è di più efficace di questo rinvigorire la mente, di renderla attiva e padrona di sé?
In più momenti del romanzo, infatti, vi si può leggere la sottolineatura di quanto, rispetto al potere della ragione, il cuore, questo imperatore maldestro ma sincero della vita di ognuno, sia ciò che più permette una vita di rispetto, di dignità e di conoscenza meno ipocrita di tutto.
La trama di “Va’ dove ti porta il cuore” è centrata sullo stile epistolare che vede come protagonista Olga, una donna di 80 anni che scrive la sua autobiografia a sua nipote, figlia di Ilaria, sua figlia unigenita, morta in un incidente d’auto anni prima.
Tutto il discorso intorno al suo racconto è teso a dimostrare la profondità e la saggezza che questa protagonista mostra di avere nei confronti della propria realtà. Perciò lo consiglio alle donne, ma anche agli uomini, che si avvicinano alla letteratura per aumentare la conoscenza e l’analisi di sé.
Tutto il testo è il dispiegarsi di come la protagonista si pone con gli altri e come il suo dolore si sia evoluto per una mancanza ed una difficoltà di riuscire ad aderire al desiderio di stare in armonia con gli altri.
Tutta la narrazione, in fondo, mette in rilievo di come voglia comunicare la sua difficile chiusura interiore ma anche ciò che ha appreso dalla sua esperienza, dalla dimensione sociale, non priva di fastidio e difficoltà nell’aprirsi, ma foriera di un vivere autentico.
E’ anche la storia di una donna che dispiega il senso di tre generazioni di donne, da quella sua in cui non aveva potuto o voluto caparbiamente separarsi dal marito, a quella della figlia Ilaria che aveva concepito una bimba senza vincoli civili o religiosi, convinta che la donna fosse libera di procreare e mantenere da sé la prole, senza la necessità di un uomo. A quella della nipote, in quel momento studentessa all’estero, appena adolescente.
La religione, anzi i Vangeli, vengono a far parte di un fil rouge che unisce la ricerca di senso e di valore nelle relazioni con sé stessa e gli altri.
“Va’ dove ti porta il cuore” è stato scritto in maniera più che fluida, ovvero scorrevole e semplice. Ne consiglio la lettura a tutti coloro che si vogliono appassionare ad un libro, io stessa mi sono immersa in esso, tanto da coinvolgermi psicologicamente ed essere riuscita a provare delle sensazioni forti anche emotive, che hanno lasciato una traccia umana dentro di me.