Rischia una salata sanzione amministrativa l’emittente televisiva che di notte manda in onda dei programmi spinti, e cioè esibendo “corpi umani” che richiamano, con pose e atteggiamenti, “in modo esplicito e oggettivo l’attività sessuale”. Non solo. Il Garante può contestare il programma anche dopo qualche anno dalla messa in onda, dipende da quanto dura l’istruttoria.
Lo ha stabilito il Tar del Lazio che, con la sentenza n. 5874 dell’8 aprile 2010, ha respinto il ricorso di un’emittente televisiva che fra il 2004 e il 2005 aveva mandato in onda di notte delle scene molto piccanti, tacciate dal Garante come pornografiche. Nelle motivazioni i giudici spiegano i limiti della restrizione, rispondendo alla società che sosteneva di aver messo in onda scene solo erotiche e per giunta di notte. In particolare secondo il Collegio, “nelle scene oggetto delle trasmissioni contestate, l’esibizione dei corpi umani non presentava carattere di neutralità ma si accompagnava a pose e atteggiamenti richiamanti, in modo esplicito e oggettivo l’attività sessuale e ciò, in linea con gli orientamenti della giurisprudenza e gli indirizzi espressi dall’Agcom nella delibera n. 23/07/CSP, vale a configurare le trasmissioni in esame come pornografiche e a far ritenere sussistente la violazione del richiamato art. 4, comma 1, lett. b)”. Inoltre, “tale disposizione contiene infatti un divieto di carattere assoluto rispetto alla trasmissione di programmi pornografici e la messa in onda in orario notturno non fa venire meno né il carattere pornografico né l’operatività del divieto, avendo il legislatore scelto, mediante il divieto assoluto di trasmissione di programmi televisivi aventi i contenuti vietati, di tutelare incondizionatamente valori e interessi ritenuti primari”.