di Francesca Marras
Da Fondazione Finanza Etica un bando per assegnare 50mila euro a fondo perduto a un progetto di educazione finanziaria per donne vittime di violenza economica. Una forma di abuso messa in atto tramite privazione o limitazione nell’accesso alle disponibilità economiche proprie o della famiglia
Sono più di 15 mila, secondo i dati Istat, le donne che nel corso del 2020 hanno iniziato un percorso personalizzato di uscita dalla violenza nei Centri antiviolenza (CAV). Nove su 10 hanno segnalato di aver subito violenza psicologica, il 67% violenza fisica e il 49% minacce. Il 38% ha denunciato atti di violenza economica, che nell’11,1% dei casi si accompagna a quella psicologica.
Citata e riconosciuta anche dalla Convenzione di Istanbul, la violenza economica non si manifesta fisicamente ma colpisce duramente il benessere psicologico della vittima.
Si tratta di una forma subdola di controllo della partner, perpetrato tramite abusi come privazione o limitazione nell’accesso alle disponibilità economiche proprie o della famiglia, divieto o boicottaggio del lavoro fuori casa della donna, appropriazione dei risparmi o dei guadagni del lavoro della partner per usarli a proprio vantaggio.
Azioni che mirano a rendere la donna dipendente sia economicamente sia psicologicamente, rendendo molto complicata la scelta di abbandonare il proprio partner maltrattante.
Educazione finanziaria come strumento contro la violenza economica
Da questi dati nasce la riflessione della Fondazione Finanza Etica, che – in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – lancia un bando per assegnare 50mila euro a fondo perduto a un progetto di educazione finanziaria per donne vittime di violenza economica.
“La violenza economica è una forma di violenza subdola e trasversale, che colpisce donne di ogni età e ceto – afferma Barbara Setti, responsabile erogazioni liberali di Fondazione Finanza Etica. – Sicuramente la mancanza di un lavoro e di un lavoro qualificato e dignitoso anche da un punto di vista retributivo per le donne è un problema, in una società in cui in cui le disparità di accesso al mercato del lavoro e il gap salariale sono elevati e il lavoro di cura familiare è spesso tutto sulle spalle delle donne”.
“Fondazione Finanza Etica – prosegue Setti – ritiene sia fondamentale agire sugli aspetti culturali che passano attraverso la gestione del denaro e per questo abbiamo pensato di realizzare questo bando”.
Le proposte dovranno essere presentate entro il 28 febbraio 2022 da enti, associazioni e Fondazioni che operano nel settore del sostegno e dell’aiuto alle donne vittime di violenza oppure da realtà imprenditoriali che lavorano sui temi della diversity & inclusion, in partenariato con una realtà esperta di educazione finanziaria. Il progetto dovrà prevedere, inoltre, una fase di sperimentazione su un campione di donne in almeno un centro antiviolenza.