Codice Rosa: un esempio concreto e non solo parole
Vittoria Doretti coordina la task force contro la violenza partita da Grosseto, dalla Asl numero 9 dove la dottoressa è dirigente anestesista. È la prova vivente di chi fa grandi sogni per poi realizzarli. Ha messo a punto in quattro anni un protocollo di intervento che ora è diventato esempio nazionale.
Vittoria ci racconti cos'è Codice Rosa?
Codice Rosa è prima di tutto fare bene il proprio dovere che non è sempre molto semplice in un setting di pronto soccorso. In pratica è: cosa dobbiamo fare di fronte ad un caso di sospetta violenza. In Europa vengono definite le fasce di vulnerabilità, sicuramente tutto il capitolo della violenza di genere, gli abusi sessuali ma anche i casi di omofobia o la violenza sugli anziani. Quindi è un metodo per cui medico e infermiere in Pronto Soccorso devono sapere cosa possono fare per intervenire in modo tempestivo e il più adeguato possibile, direi utile per chi si trova in questa situazione.
Come hai messo in piedi tutto questo?
Con grande umiltà noi non pensavamo di fare tanto successo, Grosseto è una piccola provincia dove c'erano delle criticità e in seguito abbiamo capito che erano le stesse presenti in molti ospedali
Quindi lo avete proposto in altri ospedali, molto interessante
Codice Rosa credo sia questo: fare squadra, lavorare insieme sopratutto in pronto soccorso per intervenire dove non si è mai riusciti se non in grandi ospedali. Codice Rosa è una modalità di rapportarsi, di accogliere, che può andare bene in qualsiasi ospedale, anche in quello piccolo, appunto, dove magari non hai nulla. Perché zero più zero non fa sempre zero! Noi abbiamo fatto squadra e lavorato con la Polizia Giudiziaria con la Procura e in sintonia con le associazioni di volontariato, i centri anti-violenza, il consultorio, l'Arcigay… Abbiamo ricostruito le nostre procedure insieme
Possiamo considerarvi un esempio di vera collaborazione femminile?
Con anche gli uomini!
Quindi paritaria?
Assolutamente sì!
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